Anche le donne hanno i peli
Premessa: “Verità in pillole” è una rubrica inaugurata con l’intento di scardinare quei luoghi comuni che ancora imperversano nella nostra società, o rimanendo più umili, di farne parlare e riflettere. La seconda malattia che vogliamo estirpare riguarda ancora gli stereotipi di genere che affliggono donne e uomini, in maniera diversa ma altrettanto dannosa.
I più temerari che hanno deciso di non demordere e proseguire la lettura oggi dovranno ingoiare una pillola molto amara: i peli crescono sul corpo degli uomini tanto quanto su quello delle donne.Ogni donna infatti, chi in maggior e chi in minor misura, si trova a combattere con i peli fin da giovanissima. E dico combattere perché si tratta di una vera e propria lotta: tentativi continui e disperati di farli sparire e non vederli più ricrescere per poi ritrovarli puntualmente dopo poco più forti che mai, con l’idea che un corpo pieno di peli sia sporco, rozzo e decisamente poco femminile. Ed è proprio da qui che partono le sperimentazioni sui modi più o meno dolorosi, efficaci, duraturi e anche costosi per depilarsi, e le prime depilazioni, destinate a diventare l’incubo di tutte le donne già dai quattordici anni. Eppure i peli ci sono, crescono e cresceranno, e non a caso: svolgono un importante funzione di protezione, impedendo a microbi e batteri di entrare in zone molto delicate, una funzione sensoriale, captando stimoli tattili altrimenti impercettibili, e una funzione di termoregolazione, di fatto proteggendoci dal freddo. Ed entrambi i sessi ne sono dotati, con quantità e distribuzione diverse a seconda del sesso per una mera questione ormonale, niente di più. Quindi anche se volessimo appellarci al mito bigotto di ciò che è “natura” e “contro natura”, comunque il pelo rientrerebbe a pieno titolo nella prima categoria. L’idea demoniaca che ne abbiamo su un corpo femminile non trova spiegazioni logiche o razionali, ma si tratta di una pura convenzione sociale che risponde al canone estetico in cui dobbiamo rientrare per essere delle vere donne, e da cui il pelo è categoricamente bandito. Guardando le pubblicità, girando sui social o semplicemente camminando per strada siamo quotidianamente (ad esser buoni) imbevuti di slogan e frasi che dipingono la peluria come il peggior male che possa colpire una donna, o di immagini femminili lisce e senza neanche un’imperfezione, puramente ideali. E giorno dopo giorno tutto ciò si fa spazio con prepotenza nel nostro modo di pensare, portandoci ad adeguarci passivamente a quei modelli senza neanche accorgercene. Per questo motivo è sbagliato l’atteggiamento di chi liquida la questione sostenendo che se non vogliamo toglierci i peli basta non farlo, “nessuno vi obbliga”. E invece no, non è cosi, perché il punto non sta tanto nella libertà di non toglierli, ma nella libertà di non toglierli ed essere comunque socialmente accettate, nella libertà di sentirsi comunque a proprio agio col nostro corpo e sicure di noi stesse, nella libertà di uscire e non sentirsi dire di far schifo, essere trascurate e quasi più uomo che donna. L’obiettivo a cui dobbiamo guardare non è quello di porre fine alle travagliate sedute di depilazione, ma di lasciare alla singola donna la scelta di farlo, non alla società. Così siamo arrivati a un punto in cui nel 2019 fa notizia e scandalo una ragazza che pubblicamente si fa vedere con i peli al naturale, e come contraccolpo lo fa un ragazzo che decide di radersi totalmente. Gli stereotipi di genere infatti hanno sempre una doppia faccia, e se nel nostro caso la prima e più manifesta è l’imperativo categorico di essere “senza” per le donne, la seconda e più occulta è lo stesso imperativo di essere “con” per gli uomini, pena di essere marchiati come poco virili e effemminati. Motivo per cui la questione, come del resto tutte le problematiche di questo tipo, non devono far sentire coinvolto solo un sesso o l’altro, ma necessitano di un totale ribaltamento nel nostro modo di pensare, sicuramente difficile ma doveroso per tutti.
- Beatrice Ciarrocchi
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