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Cannabis legale, sfatiamo qualche mito


 

I consumatori di cannabis solo in Italia si aggirano tra i 5 e i 6 milioni. Molti di questi sono chiusi nella gabbia della giustizia italiana, specchio di uno stato che del proibizionismo ha fatto il suo cavallo di battaglia. Infatti per ottenere la famigerata marijuana si deve passare esclusivamente per vie illegali, attraverso i vari spacciatori che la criminalità organizzata mette in campo. Il rischio per le persone che comprano la sostanza è di non ricevere un prodotto sicuro, non è raro imbattersi in cannabis appesantita dai materiali più disparati, come piombo. I soldi che poi riceve l'organizzazione criminale vengono impiegati in vari ambiti, dall’acquisto di armi, al traffico di esseri umani, fino al sostegno di conflitti bellici. E’ ormai chiaro dunque che il proibizionismo abbia fallito e ci si interroga da tanto (troppo) tempo sulla possibilità di legalizzare la cannabis.


Nel mondo sempre più nazioni scelgono di liberalizzare le droghe leggere tra cui il Canada, i Paesi Bassi, la Spagna e diversi stati degli USA, costruendovi dietro un vero e proprio commercio e un’industria, mentre in Italia si procede a rilento anche per l’esclusivo uso terapeutico. Secondo il rapporto della Prohibition Partners il mercato della cannabis in Europa è in crescita costante e potrebbe arrivare a valere ben 128 miliardi di euro entro il 2028.

Esistono due modelli di legalizzazione per cui si potrebbe optare, il primo è il medesimo adottato per le sigarette. Il prodotto in questione è soggetto a monopolio da parte dello stato, al quale viene applicata una tassazione dell’80%. In questo caso i ricavi che potrebbe ottenere il paese si aggirano da 3-4 fino a 5 miliardi. Il secondo modello si rifà a quello olandese, in cui sono i privati ad occuparsi della produzione, della vendita, della pubblicizzazione. Stando così le cose si creerebbero diverse migliaia di negozi, con un impatto positivo per quanto riguarda l’occupazione e le entrate fiscali. Con il primo sistema gli occupati che si verrebbero a creare sarebbero 60 mila, a fronte dei 300 mila del secondo.


Ma i benefici sarebbero ben più numerosi, si stimano infatti 10 miliardi di euro che verrebbero sottratti alle mafie dallo stato che potrebbero essere investiti nella scuola, nella sanità, nelle infrastrutture,...

I consumatori sarebbero immediatamente tutelati, potendo acquistare una sostanza sicura e certificata, così come i minorenni.

Infine un’eventuale legalizzazione libererebbe risorse ed energie ad oggi impiegate alla repressione. Secondo l’undicesima edizione del Libro Bianco sulle droghe, quasi un milione di persone sono state segnalate per possesso di cannabis e derivati negli ultimi vent’anni. La maggior parte dei fondi destinati alla polizia antidroga sono investiti nella lotta alle droghe leggere, per dare un’idea tra il 2004 e il 2018 sono state sequestrate circa 850 tonnellate di cannabis, rispetto alle 66 di cocaina e 17 di eroina.

Nonostante quindi i dati parlino chiaro ancora troppe persone sono restie a legittimare l’uso di droghe leggere, malgrado causino addirittura meno morti di quanti ne facciano alcool e tabacco.


 

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