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Immagine del redattoreCaffè Leopardi

Tra crisi di governo e tecnici il ruolo di noi giovani

Aggiornamento: 8 mar 2021


 

Nella giornata di oggi e di mercoledì il presidente incaricato Mario Draghi ha tenuto il suo discorso nei due rami del Parlamento Italiano. Egli ha chiesto, prima a Palazzo Madama e poi a Montecitorio, la fiducia per il suo governo, processo fondamentale per la formazione di un esecutivo.

Nel suo discorso di un’ora circa ha illustrato il programma che il governo Draghi si impegnerà a realizzare, un governo che vede al suo interno figure tecniche e figure politiche, figlio di un compromesso tra tutti (o quasi) i partiti dell’arco costituzionale. Ma vediamo nel dettaglio il dossier dell’ex governatore della BCE e proviamo a mettere in evidenza il ruolo di noi giovani in tutto ciò.

Dunque il primo ministro ha incominciato invocando l’unità e la responsabilità nazionale, “un dovere a cui tutti siamo chiamati, io per primo” ha affermato. Ora più che mai il Paese aveva bisogno di un governo istituzionale che potesse mettere insieme i profili di maggior spessore nel panorama politico-economico e perché no anche sociale italiano. L’esecutivo presieduto da Draghi avrà il delicato compito di ricostruire il Paese, danneggiato profondamente dalla crisi finanziaria legata al virus.

Ed è in tal senso che il Presidente ha messo in luce i punti su cui si lavorerà maggiormente investendo l’ingente quantità di denaro del Recovery Fund, gli aiuti stanziati dall’Unione Europea. Sulla UE il capo dell’esecutivo ha utilizzato parole forti, quasi come il suo “Whatever it takes” nel 2012, slogan che riassunse perfettamente le politiche economico-monetarie che la Banca Centrale Europea avrebbe messo in atto, “la scelta dell’euro è irreversebile” ha precisato.

Le sfide più grandi da affrontare sono sicuramente il lavoro, la scuola e un radicale mutamento del settore produttivo attraverso una transizione ecologica e digitale. Per quanto riguarda l’emergenza occupazionale e lavorativa ha fatto intendere che verrà applicata una politica che eviterà di fornire sussidi alle aziende in fallimento ma verranno create le condizioni perché queste non possano arrivare alla chiusura attraverso una diminuzione delle tasse e una velocizzazione della burocrazia. In particolar modo verrà studiata una generica riforma fiscale a tavolino con degli esperti e si provvederà ad una riforma del sistema IRPEF, ovvero la tassazione sui redditi, preservandone la progressività.

Nelle prossime settimane verrà rafforzato il programma per quanto concerne la produzione di energia da fonti rinnovabili, l’inquinamento dell’aria e delle acque, la rete ferroviaria veloce, la banda larga e la comunicazione tramite 5G.

Nell’ambiente della pubblica amministrazione gli uffici dovranno produrre un piano di smaltimento dell’arretrato poiché la stessa PA vessa da anni in una realtà che va affrontata, introducendo anche in quest’ambito una riforma che digitalizzi gli strumenti utilizzati nei pubblici uffici.

La scuola sarà uno dei settori nei quali si spenderanno la maggior parte delle energie, cercando di ristabilire, in prima battuta, un orario scolastico normale, distribuendolo anche in varie fasce di tempo e, in secondo luogo, per recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno. Modalità di apprendimento che in particolare nel mezzogiorno ha riscontrato parecchie difficoltà.

Il presidente ha voluto fortemente marcare il divario salariale di genere tra uomo e donna, oltre a una scarsa presenza di figure femminili in posizioni di rilievo. Si è schierato contro le quote rosa, poiché intendono lavorare per creare pari condizioni competitive tra i due generi, riequilibrando il gap salariale e puntando a un sistema di welfare che possa permettere alle donne di dedicare le stesse energie degli uomini al lavoro superando la scelta tra famiglia e carriera.

In politica estera il governo Draghi sarà atlantista ed europeista, dialogando con potenze quali la Turchia e sarà un occasione per strutturare e rafforzare il rapporto strategico con Francia e Germania, parallelamente si lavorerà per collaborare con paesi insieme ai quali condividiamo problematiche come quella ambientale e della gestione migratoria quali la Spagna, la Grecia, Malta e Cipro.

Il programma del nuovo inquilino di Palazzo Chigi, ambizioso e ricco di temi imprescindibili per il nostro Paese, verrà portato avanti, con i migliori auspici, da un team di ministri tecnici, come Patrizio Bianchi (ministro della scuola). Egli aveva precedentemente lavorato nella Task Force di Lucia Azzolina per la ripresa scolastica a settembre 2020, ex rettore dell’università ferrarese è laureato in economia. Subito dopo essersi insediato ha rassicurato gli studenti che quest’hanno avranno la maturità, esprimendo il suo impegno nell’organizzare un esame di Stato il più possibilmente ordinario. Inoltre sono già all’opera per organizzare il rientro a scuola, utilizzando ogni mezzo possibile, il tutto finanziato dal Recovery. La scuola, precisa Bianchi, deve ridurre al minimo la dispersione degli studenti, introducendo l’obbligo scolastico a 17 anni e facendo durare le superiori solo 4 anni. Quest’ultimo provvedimento al fine di preparare i giovani e renderli indipendenti dalle famiglie. L’alternanza scuola lavoro deve diventare integrazione scuola-lavoro per far in modo che la scuola abbia bisogno del mondo lavorativo e viceversa. Gli alunni andranno formati adeguatamente anche in quel campo dell’informatica, del digitale di cui le aziende hanno sempre più bisogno. Questo legame gioverebbe sia agli studenti che alle imprese, queste ultime potrebbero mettere a disposizione i loro laboratori alle scuole, in un sistema che diverrebbe complementare.

Dunque l’istruzione, tema che ci riguarda da vicino, verrà ammodernata, o per lo meno si ha l’impressione, e verrà riorganizzata secondo prospettive che guardano al futuro.

Si prefigura dunque un governo di ideali per lo più liberali, europeisti, dai toni moderati e per nulla populista e sovranista. Inoltre, anche per le ingenti risorse che ha a disposizione, questo esecutivo potrebbe finalmente attuare riforme per le future generazioni, rilanciando l’occupazione giovanile, investendo nelle nuove tecnologie e nella ricerca, riorganizzando completamente il sistema scuola e soprattutto controllando l’aumento del debito pubblico.

Potrebbe essere una buona opportunità, soprattutto per noi ragazzi, sempre meno interessati alla politica, poiché quest’ultima non si interessa a noi. Le premesse sembrano buone ma solo col passare dei mesi potremo definire un giudizio preciso e valutare la squadra sul suo operato.



Ministri con portafoglio

Affari Esteri e Cooperazione internazionale Luigi Di Maio

Interno Luciana Lamorgese

Giustizia Marta Cartabia

Difesa Lorenzo Guerini

Economia e Finanze Daniele Franco

Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti

Politiche agricole alimentari e forestali

Stefano Patuanelli

Ambiente, tutela del territorio e del mare Roberto Cingolani

Infrastrutture e trasporti Enrico Giovannini

Lavoro e politiche sociali Andrea Orlando

Istruzione Patrizio Bianchi

Università e ricerca Maria Cristina Messa

Beni e attività culturali e turismo Dario Franceschini

Salute Roberto Speranza


Ministri senza portafoglio

Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà

Innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao

Pubblica amministrazione Renato Brunetta

Affari regionali e le autonomie Mariastella Gelmini

Il sud e la coesione territoriale Maria Rosaria Carfagna

Politiche giovanili Fabiana Dadone

Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti

Disabilità Erika Stefani

Coordinamento di iniziative nel settore del turismo Massimo Garavaglia






 

Matteo Dezi 1c


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