La musica maledetta, verità o pregiudizio?
In seguito ai fatti avvenuti a Corinaldo (AN) lo scorso Dicembre, quando dello spray al peperoncino ha scatenato il panico in una discoteca che avrebbe dovuto ospitare il cantante Sfera Ebbasta, trasformando la festa in tragedia con la morte di sei persone, sono sorte nel web numerose proteste contro i trapper, artisti che stanno scalando ogni classifica musicale. Essendo In una società in cui incolpare qualcuno per un problema è più importante che trovarne la soluzione, le persone hanno deciso di puntare il dito contro questi artisti, privandoli della loro libertà d’espressione, definendoli istigatori all’utilizzo di droga e etichettando la loro musica come diseducativa.
Sfera Ebbasta, resosi conto che gli adulti stanno cominciando a seguire sempre di più la sua musica, non sceglie il silenzio: nel testo di “Mademoiselle” canta “Se tuo figlio spaccia è colpa di Sfera Ebbasta, non di tutto quello che gli manca…dicono che è colpa mia ma nelle tasche non ho nulla, giuro”. Oltre a smentire le accuse, fa un appello a tutti i genitori chiedendo di essere più presenti.
Anche Fuzzy, fondatore della Quadraro Basement (etichetta discografica), sottolinea in un’intervista il ruolo delle situazioni familiari più difficili: in questi casi i ragazzi preferiscono dimenticare e non pensare per un po’, e per questo si utilizzano sostanze che stordiscono, come ad esempio la codeina.
Spostando l’attenzione dall’Italia e andando qualche anno indietro possiamo incontrare grandi artisti internazionali che, tanto quanto i nostri trapper, hanno riportato nei propri testi allusioni all’uso di droghe: Bob Marley in un’intervista rivela ”Quando fumi erba conosci meglio te stesso”, i Beatles dedicarono brani alla droga come “Day tripper” o “Got to get to in to my life”, lo stesso David Bowie dichiarò di avere problemi di cocaina.
Dopo aver analizzato questi testi, quelli dei giovani trapper di oggi potrebbero sembrare quasi innocui.
Tutt’altro che diseducativa si rivela la musica del cantante trap Ghali, ottimo esempio dell’integrazione di un immigrato in Italia. Degne di attenzione sono le parole del testo di “Cara Italia”: “Quando mi dicono <A casa> rispondo sono già qua!”
Lo definiscono istigatore alla violenza ma è lui che in “Willy Willy” canta “Questa guerra giuro fra non mi piace”.
Così, con parole semplici e dirette, esprime un desiderio di pace, capace di arrivare a tutti, giovani e no.
Musica e droga esistono da sempre e possono viaggiare sulla stessa strada, ma mai l’ascolto di un determinato genere musicale potrà essere la sola causa dell’utilizzo di stupefacenti da parte degli adolescenti.
- Greta Gentilozzi
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