“Rabbit”, statua realizzata da Jeff Koons nel 1986 in acciaio inox ultra-specchiante, è stata battuta all’asta lo scorso 15 Maggio a 91,1 milioni di dollari, facendo conquistare all’autore il titolo di artista vivente più quotato.
Certo, non supera il Salvador Mundi battuto a 450,3 milioni o un Gaugin a 300 milioni, ma questi sono casi che fanno riferimento ad altre questioni: rimane il fatto che un coniglio d’acciaio sia stato venduto a quasi 100 milioni di dollari mentre quello che feci io d’argilla alle elementari ormai senza orecchie no.
“What’s art for you?”
Lo stesso Jeff, riferendosi in un’intervista a chi definisce la sua arte “kitsch” (cioè che presume di essere arte quando invece è banale e di pessimo gusto), dice:
“Non mi piace il concetto di Kitsch perché contiene in sé un giudizio. Chi utilizza questa categoria è portato a guardare dall’alto in basso le cose che ha davanti. A me non interessa costruire una gerarchia. Tutto può diventare arte. Non esistono una cultura alta e una cultura bassa. Voglio che le persone riconoscano gli oggetti della loro esperienza quotidiana nelle mie opere. Prendo quegli oggetti e li faccio diventare migliori, perfetti e luccicanti attraverso le mie sculture.”
Nel difendere la sua Arte Jeff la butta un po’ sul filosofico, dicendo che “tutto può diventare arte”, basta che questo tutto sia prima copiato e poi migliorato, reso perfetto e luccicante: ma forse è facile dirlo da plurimilionario.
Cultura Alta e Cultura Bassa: davvero non esistono?
Ancora, Jeff dice che queste due categorie, sviluppate nel ‘900 per dividere la cultura “di spessore” data da sentimenti, idee e che suscita idee nell’altro, da quella “commerciale” volta soltanto alla distrazione quotidiana, non esistono: come dire che non esista la differenza tra Superquark di P. Angela e Pomeriggio Cinque della D’Urso (banalizzando).
E lo dice semplicemente perché, appunto, nella sua logica tutto può diventare Arte, basta che sia un banalissimo oggetto quotidiano che lui migliora e rende perfetto nell’aspetto e caricandolo artificialmente di significato: ne deriverà quindi un pezzo di cultura accessibile a tutti (caratteristica della cultura di massa-bassa) ma che riscuote anche successo nella critica (caratteristica della cultura alta).
Ma a questa discussione si era già dedicato, 26 anni prima del “Rabbit” di Koons, Dwight Macdonald che col suo libro “Masscult e Midcult” del 1960 ha sancito la divisione tra le due culture citate sopra. Ma non si fermò solo a questo, introdusse anche l’ulteriore categoria presente nel titolo, il Midcult. Questo tipo di cultura, secondo lui il più pericoloso,“attira il pubblico in modi diversi: da un lato finge di rispettare i canoni della Cultura Alta, dall’altro, li annacqua e li volgarizza”, scrive Macdonald.
E la cosa sorprendente, continua lui, è che “passa come cultura vera”.
Forse Koons era troppo impegnato a lucidare qualche opera per leggere.
La riflessione culturale con Adorno:
La riflessione sulla cultura e sulle sue sfaccettature, nel ‘900, ha riguardato necessariamente anche l’ambito filosofico e venne portata avanti con particolare passione da T. Adorno, esponente della scuola di Francoforte.
Adorno compie una riflessione simile a quella di Macdonald, definendo che cos’è la Cultura Bassa, cioè di “massa”: una cultura che viene imposta dall’alto, che induce bisogni, che impone valori e modelli di vita. Con lo scopo di omologare a fini commerciali, questa cultura imposta creerà una mescolanza di cultura alta e bassa con la conseguenza di non saper più distinguere il banale dall’artistico.
Che cos’è quindi, si chiede il filosofo, la Vera Cultura, quella Alta?
Per Adorno è quella che trasfigura la realtà, che crea qualcosa che non sia il presente, che invece di distrarre e stordire come quella di massa, sia disturbante e induca una riflessione ed un cambiamento in chi ne fruisce. Come si vede, anche Adorno la butta sul filosofico.
Insomma, si parlava di un semplice coniglio riflettente, ma il discorso per non dargli o dargli senso è molto più ampio e la questione è sicuramente irrisolvibile, ma per lo meno discutibile.
Fatto sta che forse, leggendo ciò che Macdonald intende per Midcult, la pericolosa “cultura di mezzo”, alcuni abbiano sorriso pensando a quel coniglio d’acciaio da 91,1 milioni di dollari.
- Francesco Sbaffo
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