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Immagine del redattoreCaffè Leopardi

Festa della donna, non solo l'8 marzo

Aggiornamento: 10 mar 2021


 

Oggi è la festa della donna, festa che ricorda l’importanza della figura femminile nella nostra società e nelle nostre vite. Si comprano delle mimose e si ringraziano le donne per essere madri, mogli, casalinghe, care-giver tutto l’anno senza mai andare in ferie e pure lavoratrici. Ma una giornata dedicata all’uomo? Non c’è e sì, in effetti è una vera e propria ingiustizia.

Guardiamo però ai fatti: le donne, impegnate da sempre a creare società, solo da poco più di 100 anni sono state ammesse al voto. In Italia dal 1946 e in molti altri paesi ancora oggi nel 2021 non hanno raggiunto questo diritto. Privare una persona del diritto di voto significa reputare la sua opinione insignificante.

Festeggiare una giornata dedicata al genere femminile accentua però la disparità tra i sessi. Ancora oggi le donne hanno dei salari più bassi rispetto a quelli degli uomini. Anche se ricoprono la stessa carica, non hanno lo stesso stipendio. In Italia la differenza in busta paga è del 23,7% ed il tasso di occupazione femminile è più basso rispetto alla media europea. In questo periodo di pandemia poi, un terzo delle lavoratrici si è licenziato o incoraggiato a licenziarsi per dedicare maggior tempo alla famiglia, a causa della chiusura delle scuole e della necessità di assistere gli anziani.

Molti credono non ci sia bisogno di questa festa, allora perché esistono ancora tante disuguaglianze? Di certo non sarà una giornata a risolverle, ma è così difficile prenderla come pretesto per ringraziare? Grazie per essermi stata vicina, grazie per essere la mia compagna, grazie per avermi preparato la cena, grazie per andare a prendere il bambino a scuola e poi portarlo a nuoto, grazie per curarti dei miei genitori, grazie. Nella “famiglia moderna” anche l’uomo svolge molte di queste incombenze. La domanda è: quante e da quando?

Solo perché abbiamo fatto grandi passi in avanti non vuol dire che vada dimenticato il passato. L’8 Marzo è un promemoria e noi tutti dovremmo essere felici di avere la possibilità di festeggiarlo. Per questo è giusto che sin dalla scuola primaria i bambini ne imparino il significato e che anche durante tutto il percorso scolastico questa data venga celebrata.

Oggi, gli uomini possono fermarsi un momento a riflettere e le donne a ricordare quello che hanno vissuto e dove sono riuscite ad arrivare.

Il rapporto sul divario di genere dice che ci vorranno ancora 100 anni per raggiungere la parità e 257 per la parità economica, per non parlare della difficoltà a sfondare il glass ceiling (soffitto di vetro) a causa del quale difficilmente le donne riescono ad accedere ad incarichi di rilievo. Una buona notizia è quella che viene dalla Presidentessa della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che ha presentato una proposta per combattere la differenza salariale. Nel contempo da alcune indagini sociologiche risulta che le adolescenti dei paesi occidentali si sentano forti e in grado di cambiare il mondo. Ed è importante anche la battaglia che diversi linguisti e scrittori stanno portando avanti sull’uso corretto delle parole e del genere, perché la lingua può essere modificata così come si modifica la realtà, ricordandoci che le parole hanno sempre un peso. Ringraziare quindi non è scontato, prendere coscienza degli errori passati è importante, non commetterli nuovamente è fondamentale.


 

di Matilde Luzi

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