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Immagine del redattoreCaffè Leopardi

Crema solare for dummies

Nell’era dell’apparire, il raggiungimento di un certo canone di bellezza viene spesso anteposto alla salute del nostro corpo. D’estate in particolare sembra nascere nella nostra società quella che ormai può definirsi la necessità dell’abbronzatura. L’abbronzatura è la difesa del nostro corpo nei confronti dei raggi solari, che però funziona molto poco, visto che ci si scotta anche con la pelle scura (parlo con voi, amici già abbronzati o scuri di carnagione).


Errori da principianti

Capita spesso di sentire persone convinte che se non ci si scotta i primi giorni di sole poi sarà impossibile raggiungere la tanto agognata tintarella, oppure il classicissimo “A me non interessa della scottatura, in un paio di giorni mi sfiammo”.

Invece della scottatura bisogna interessarsi, perché il melanoma è il tumore più diffuso tra gli under 50. Il melanoma, ossia il cancro della pelle, è un tumore maligno con un’incidenza in aumento negli ultimi anni sia nelle donne che negli uomini. La scienza ha provato che il melanoma è direttamente correlato al numero di scottature, quindi più scottature la pelle subirà nel corso della vita più aumenteranno le probabilità di sviluppare un melanoma. Proprio per questi motivi i raggi UV sono, secondo l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), tra le cause certe di tumore.


SPF

L’SPF è il fattore di protezione solare che indica la capacità della crema di bloccare le radiazioni UVB. Ma per capire cos’è veramente l’SPF e come funziona dobbiamo tirare in ballo un po’ di matematica.

Ad esempio una crema SPF 6 permetterà il passaggio di 1/6 dei raggi ultravioletti e dunque, in percentuale, circa il 17%, mentre il rimanente 83% verrà fermato dalla crema solare. Una crema con SPF 30 farà passare 1/30 dei raggi ultravioletti, che in percentuale corrispondono circa ad un 3%, bloccando il restante 97% di raggi dannosi, e così via.

Come graficamente rappresentato dalla curva dell’immagine qua sotto, man mano che l’SPF cresce le differenze si affievoliscono, con il 97% di protezione di una crema 30 e il 98% di una crema SPF 50.

La Comunità Europea, per evitare che i consumatori siano tratti in inganno dal numero di SPF troppo alti, ha chiesto ai produttori europei di non superare la dicitura SPF 50 aggiungendo al limite un + di fianco. L’UE chiede inoltre ai produttori che sia aggiunto un aggettivo che permetta al consumatore di capire se sta comprando una crema a protezione bassa (SPF 6-10), media (SPF 15-20), alta (SPF 30-50) o molto alta (SPF 50+).

In Europa sono vietati anche claime come “protezione totale” o “schermo totale” perché anche con SPF altissimi una minima percentuale di raggi UVA e UVB penetra comunque.

Quanta crema mettere e ogni quanto ripetere l’applicazione?

Se si applica la metà di dose consigliata di crema purtroppo non si ottiene la metà della protezione bensì la radice quadrata del numero indicato. Ad esempio se si applica la metà di una dose consigliata di crema SPF 30 non si otterrà una protezione di 15 ma di √30 che equivale a circa 5.

Per rendere efficace la funzione protettiva della crema solare è importante ripetere l’applicazione. Da prove emerse da diversi gruppi di ricerca il metodo più efficace per evitare le scottature è quello di spalmarsi la crema appena prima di uscire di casa e successivamente ripetere l’applicazione una volta arrivati in spiaggia (dunque dopo circa 20/30 minuti). Di lì in avanti ripetere l’applicazione ogni circa due ore e dopo il contatto con l’acqua, anche se il prodotta vanta caratteristiche waterproof.


UVA

I raggi ultravioletti che ci arrivano addosso sono sostanzialmente di due tipi: gli A e i B. Gli A rappresentano il 90% della radiazione ultravioletta, mentre i raggi UVB rappresentano circa il 10%. Quest’ultimi sono pochi, si fermano negli strati più superficiali della pelle e sono la causa delle fastidiose scottature. Gli UVA invece riescono a penetrare negli strati profondi, provocando la produzione di radicali liberi che colpiscono la struttura della pelle e causano cedimenti dei tessuti. Gli UVA colpiscono anche il DNA, provocando delle mutazioni che alla lunga possono portare allo sviluppo di tumori della pelle. Per questo motivo l’IARC ha inserito i raggi ultravioletti nella lista dei cancerogeni certi; sia quelli naturali (provenienti dal sole) che quelli artificiali di lettini e lampade abbronzanti. Per questo per proteggerci dagli effetti degli UVA abbiamo bisogno di creme che contengano filtri in grado di intercettare i raggi di tipo A. Questo schermo è rappresentato dall’ UVAPF, ossia fattore di protezione per raggi ultravioletti di tipo A. Per capire se la crema che stiamo acquistando contiene questo tipo di filtro, basta controllare la confezione dove si troverà la dicitura UVAPF e un numero, oppure molto più comunemente un bollino con la scritta UVA al centro.

Per la legge europea il bollino sta a significare che la crema contiene un fattore di protezione UVA pari ad almeno un terzo dell’SPF dichiarato.


Ultimi tips

Prima di esporsi è bene ricordare che il melanoma, sebbene molto più raramente che sulla pelle, può svilupparsi anche nell’occhio (in particolare nell’uvea) ed è il tumore più comune tra i cancri intraoculari degli adulti. È dunque importante utilizzare occhiali da sole con protezione da UVA e UVB e applicare la crema solare anche sulle palpebre.

Un’altra cosa a cui pensare prima di acquistare una crema è il formato. Utilizzando creme spray o acque solari dobbiamo fare attenzione alle quantità. Infatti, affinché il numero di SPF indicato abbia effetto, bisogna sempre applicarne circa 30gr. Questo risulta difficile se si tratta di creme spray proprio per la loro formulazione piuttosto liquida e leggera. Stesso discorso vale per fondotinta e cosmetici che vantano un SPF.


Conclusioni

Rispettando questi semplici passaggi possiamo esporci al sole con la consapevolezza che una buona prevenzione può salvarci la vita insieme ad un auto-esame periodico della pelle e almeno una visita dermatologica con mappatura dei nei all’anno.

NOTE: per approfondire l’argomento è consigliata la visione del video “Creme Solari: istruzioni scientifiche per l’uso” di Beatrice Mautino , le storie in evidenza del profilo Instagram @myskin.it e le pagine di AIRC e Fondazione Umberto Veronesi



- Aurora Marinelli


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