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5G: facciamo un po’ di chiarezza

Il 5G è ormai noto per essere la nuova frontiera in ambito tecnologico e delle telecomunicazioni. Numerose polemiche sono state avanzate a riguardo, con particolari preoccupazioni sulle conseguenze che potrebbe avere sulla salute della popolazione. Il motivo per cui queste preoccupazione sono in realtà infondate può essere espresso con la seguente definizione: radiazione non ionizzante. Facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire che cosa significa “radiazione non ionizzante” e quali radiazioni fanno parte di questa categoria. L’immagine sottostante rappresenta lo spettro elettromagnetico, ossia l’insieme dei vari tipi di radiazioni elettromagnetiche che esistono in natura. I tipi di radiazioni elettromagnetiche si differenziano per la frequenza (o lunghezza d’onda) che le caratterizza. Alle frequenze più basse



troviamo le onde radio, seguite dalle microonde e dagli infrarossi. Poi troviamo lo spettro visibile, ossia quelle frequenze che l’occhio umano riesce a vedere. Andando a più alte frequenze abbiamo i raggi UV, i raggi X e, infine, i raggi gamma (γ).

La prima cosa da sottolineare è che la frequenza della radiazione è direttamente proporzionale all’energia posseduta dalla radiazione: più la frequenza è alta, più la radiazione è energetica. Per semplicità, immaginate che le onde siano formate da delle minuscole palline che viaggiano a una certa velocità e che, quindi, possiedono una certa energia. Ora immaginate che queste palline vadano a sbattere contro un certo materiale: più energia possedevano prima dell’urto, più energia cedono al materiale che hanno urtato, esattamente come succede quando due macchine si scontrano.

Inoltre, più l’energia della radiazione è alta, più questa risulta penetrante, ossia percorre più strada all’interno di un materiale prima di essere fermata. Quindi non solo queste “palline” cederanno tanta energia al materiale con cui si scontrano, ma la cederanno anche a tanti atomi di cui è costituito il materiale con cui si scontrano. Questo significa che radiazioni ad alta energia, come i raggi γ, posso essere estremamente pericolosi per la salute di qualsiasi essere vivente in quanto possono penetrare ed, eventualmente, danneggiare i tessuti corporei fino a raggiungere anche gli organi interni.

A questo punto è necessario distinguere tra radiazione ionizzante e non ionizzante. Il processo di ionizzazione è mostrato dalla figura seguente: una certa energia (in figura rappresentata da una


radiazione ionizzante) viene utilizzata per staccare un elettrone da un atomo. Questo lascia l’atomo in una configurazione non stabile, cosa che potrebbe comportare successive diseccitazioni, come, ad esempio, emissioni di raggi X. Ok, quindi? Ciò che accade è che, come anticipato poco fa, la radiazione trasporta energia ed energia significa calore. Questo per i tessuti corporei più superficiali può risultare in ustioni più o meno gravi, ma ci possono essere anche danni a lungo termine come mutazioni del DNA cellulare.

Fortunatamente c’è una condizione che deve essere rispettata affinché la radiazione possa ionizzare un materiale, ossia la sua energia deve essere sufficientemente alta. In altre parole, solo i raggi γ, i raggi X e la parte a più alte energie dei raggi UV rientrano tra le radiazioni ionizzanti. Tutti gli altri tipi di radiazioni NON sono ionizzanti, cioè non sono proprio in grado di strappare gli elettroni dagli atomi. È un po’ come se cercaste di aprire una serratura con la chiave sbagliata: non ci riuscirete mai, nemmeno se ci provate per anni interi.

“Oddio, ma quindi se vado a farmi una lastra e usano i raggi X, rischio la vita?” No, perché l’esposizione alle radiazioni diventa pericolosa solo al di sopra di una certa quantità di radiazione assorbita. Ma questa è un’altra storia, che richiederebbe un capitolo tutto suo, quindi non divaghiamo.

Cosa c’entra tutto questo con il 5G? Il 5G, come tutte le altre radiazioni usate nelle telecomunicazioni (4G, 3G, ecc.), fa parte delle onde radio, ovvero quelle che nello spettro elettromagnetico si trovano alle frequenze (quindi alle energie) più basse e che quindi NON rientrano tra le radiazioni ionizzanti. È vero che nel passare dal 4G al 5G si è fatto un bel salto nel range delle frequenze perché, in effetti, alcune delle frequenze usate per il 5G sono di un ordine di grandezza maggiore di quelle del 4G (dalle centinaia di MHz alle decide di GHz). In ogni caso, questo non modifica la tipologia di radiazione: onde radio erano e onde radio rimangono, quindi sempre radiazioni non ionizzanti sono.

Il 5G ha ricevuto un consenso abbastanza unanime dalla comunità scientifica, che non lo ritiene dannoso per la salute umana. Infatti, non ci sono prove che possano dimostrare l’effettiva pericolosità di questa nuova tecnologia. D’altra parte, però, non ci sono nemmeno prove che ne dimostrino la sua assoluta sicurezza. Di conseguenza, la World Health Organization (WHO) e la International Agency for Research on Cancer (IARC) hanno classificato il 5G come “potenzialmente cancerogeno”[1]. Va detto che fanno parte di questa categoria anche il talco e le verdure in salamoia, mentre, ad esempio, le bevande alcoliche sono state addirittura inserite in una categoria a più alto rischio.

In conclusione, con questo articolo vorrei soltanto sottolineare l’importanza della GIUSTA informazione. Per evitare che si sviluppino complottismi infondati solo perché un tizio inizia a urlare ai quattro venti che qualcosa è mortale, l’unica cosa da fare è usare quel meraviglioso strumento che il progresso scientifico ci ha donato: l’internet. In questo modo si possono cercare articoli scientifici o ufficiali su quel dato argomento (con il 5G lo si potrà fare ancora più velocemente), sviluppare un proprio pensiero a riguardo, per poi a questo punto, SOLTANTO a questo punto, concordare o meno con il tizio citato sopra.


 

Silvia Bara


RIFERIMENTI

[1] Does 5G pose health risks? - BBC News

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