La sua mano t’accarezza
il tuo respiro gli gonfia il petto,
gli occhi chiusi per dar spazio ai sensi,
l’anima si schiude nell’ebbrezza.
Il corpo trova il suo completamento,
questo perfetto senso d’eterno.
L’amore ci rende dei.
Se c’è qualcosa che ho capito col tempo, sicuramente è cosa significa darsi a qualcuno.
Non nel senso di concederti, ma nel senso di dare te stesso a qualcuno, permettere che per un momento, anche solo un attimo, il tuo corpo e la tua mente si aprano all’unione con un altro corpo e un’altra mente. Permettere che la tua anima risuoni all’unisono con un’altra. Non parlo esplicitamente di sesso, perché, come già diceva Saffo, l’Amore è qualcosa che si manifesta ad un livello talvolta più alto di quello fisico, ma è forse proprio l’atto che consente di abbandonarsi ai sensi e aprire l’anima.
E quindi quando c’è amore, quando c’è Eros che benedice due persone, i corpi si toccano, si accarezzano, e il respiro dell’uno diventa il respiro dell’altro. La vista non conta più nulla e istintivamente gli occhi si chiudono, vincono il tatto, l’olfatto, il gusto e l’udito. E così, quando cala il buio, il corpo si abbandona a questi piaceri e l’anima finalmente si apre e si concede.
Allora l’anima si unisce all’altra e il corpo trova la sua parte mancante: finalmente l’uomo si sente eterno.
L’Amore ci rende Amore, l’amore ci rende dei.
- Francesco Sbaffo
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